mostra
15 Novembre 2017 > 20 Maggio 2018
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orario museo
lunedì chiuso
da martedì a domenica 11 – 19
la biglietteria è aperta fino a un’ora prima della chiusura del Museo
lunedì chiuso
da martedì a domenica 11 – 19
la biglietteria è aperta fino a un’ora prima della chiusura del Museo
per i giovani da 18 a 25 anni (non compiuti); per gruppi a partire
da 15 persone; giornalisti iscritti all’albo con tessera di riconoscimento valida; possessori biglietto d’ingresso La Galleria Nazionale, Museo Ebraico di Roma; con esibizione della tessera o badge di riconoscimento: Accademia Costume & Moda, Accademia Fotografica, Biblioteche di Roma, Centro Sperimentale di Cinematografia, Enel (per titolare badge e accompagnatore), FAI – Fondo Ambiente Italiano, Feltrinelli, IN/ARCH – Istituto Nazionale di Architettura, Sapienza Università di Roma, LAZIOcrea, Palazzo delle Esposizioni, Amici di Palazzo Strozzi, Accademia Nazionale di Santa Cecilia, Scuola Internazionale di Comics, Teatro Olimpico, Teatro dell’Opera di Roma, Teatro di Roma, Università degli Studi di Roma Tor Vergata, Youthcard
valido per un anno dalla data di acquisto
minori di 18 anni; disabili che necessitano di accompagnatore; possessori di EU Disability Card e accompagnatore; dipendenti MiC; accompagnatori e guide turistiche dell’Unione Europea, munite di licenza (rif. circolare n.20/2016 DG-Musei); 1 insegnante ogni 10 studenti; soci AMACI; membri CIMAM – International Committee for Museums and Collections of Modern Art; membri ICOM; giornalisti (che possano comprovare la propria attività); possessori della membership card myMAXXI; studenti e ricercatori universitari di storia dell’arte e architettura dell’Unione Europea, studenti delle accademie di belle arti pubbliche (iscritte AFAM) e studenti Temple University Rome Campus da martedì a venerdì (esclusi festivi); docenti IED – Istituto Europeo di Design, docenti NABA – Nuova Accademia di Belle Arti, docenti RUFA – Rome University of Fine Arts; con esibizione della tessera o badge di riconoscimento: Collezione Peggy Guggenheim a Venezia, Castello di Rivoli Museo d’Arte Contemporanea, Sotheby’s Preferred, MEP – Maison Européenne de la Photographie; il giorno del tuo compleanno presentando un documento di identità
La Collezione di arte e architettura del MAXXI rappresenta l’elemento fondante del museo e ne definisce l’identità. Da ottobre 2015 è esposta con diversi allestimenti di opere.
lunedì chiuso
da martedì a domenica 11 – 19
la biglietteria è aperta fino a un’ora prima della chiusura del Museo
La memoria della guerra è, il più delle volte, una presenza incombente nell’arte prodotta a Beirut. Dallo scontro civile di alcuni decenni fa (1975- 1990) al con itto più recente con Israele
(Guerra del Libano, 2006), e all’attuale crisi sul con ne siriano, gli artisti sono stati testimoni in prima persona delle ostilità, osservandole e restituendole secondo una molteplicità di prospettive: da un approccio prevalentemente documentaristico, che privilegia il medium fotografico, si passa negli ultimi anni a uno sguardo più personale, di frequente legato alla propria vita familiare, che si serve di mezzi come il disegno spesso adottando il linguaggio del fumetto o graphic novel o la musica. Dall’elaborazione di questo trauma nasce gran parte delle opere presentate in questa sezione.
L’attuale crisi dei rifugiati che lega in modo sempre più stretto tre continenti (Europa, Africa, Asia) non è un evento nuovo a Beirut: in vari momenti nel corso della storia armeni, greci, siriani e palestinesi hanno trovato un comune rifugio in città contribuendo, in diverse forme e gradi, al suo costante rinnovamento e ricostruzione. Culture e religioni diverse hanno trovato casa in Libano, in un processo non privo di conflitti. Da questa complessa storia plurisecolare si è sviluppata un’identità stratificata che gli artisti hanno costantemente interrogato, in linea con una tendenza internazionale che segna l’epoca della globalizzazione.
Nel corso della storia Beirut è stata palcoscenico di conflitti e momenti di riconciliazione. Gli eventi del passato hanno lasciato le loro tracce tangibili: i radicali cambiamenti subìti
dal territorio sono al centro di questa sezione della mostra. Dalle zone di guerra ai campi profughi, dai cantieri del boom edilizio dell’ultimo ventennio alle colline circostanti, dalle rovine abbandonate agli spettacolari edifici firmati da archistar, la griglia della città è stata radicalmente modificata dall’azione congiunta di interventi umani e disastri naturali.
La complessità dell’immagine di Beirut ha offerto agli artisti molti spunti di ricerca dando vita a una vasta produzione, che contempla anche la dimensione urbanistica e architettonica: si va dal generale – la mappa, lo skyline – al particolare, come il fiume che attraversa la città o il porto con i suoi scambi commerciali e culturali.
Distruzione, passione e piacere hanno segnato in maniera indissolubile Beirut. Malgrado la realtà contingente – le guerre con i conseguenti traumi e l’inquietudine di un presente complesso – la città ha reagito con una ricca produzione di arti visive, musica, danza, teatro, cinema, poesia, di cui questa sezione della mostra restituisce un ampio approfondimento.
Gli artisti hanno tratto ispirazione dalla dolorosa storia di Beirut, analizzando momenti di tensione e trasformandoli in atti di vita. Dalle rovine e sulle rovine si crea, si scrive e si danza per affermare con gioia la propria umanità, nonostante tutto. La gioia e l’arte, rappresentano una vera e propria forma di resilienza: azioni di eccezionale vitalità dialogano con l’esperienza della perdita; forme di esultanza rispondono a un presente difficile vissuto intensamente.
Galleria 3
a cura di Hou Hanru e Giulia Ferracci
Un nuovo capitolo della serie Interactions across the Mediterranean dedicata al rapporto tra Europa e Medioriente.
La storia di una città laboratorio di resistenza, innovazione artistica e speranza vista attraverso oltre 100 lavori.
La mostra presenta alcune delle tendenze creative contemporanee che si intrecciano profondamente con la crescita e il destino di questa città. In esposizione i lavori di 36 tra artisti, architetti, registi, musicisti, ballerini, ricercatori, attivisti che con le loro diverse forme espressive si muovono tra riflessioni critiche della recente storia di conflitti, l’archiviazione e il ripristino di memorie e prospettive future, tentativi di trasformazione urbana interrotti periodicamente da problemi urgenti e frustrazioni quotidiane.
La mostra si articola in diverse sezioni che cercano di raccontare gli sforzi compiuti per costruire nuove abitazioni in un contesto urbano complesso, per accogliere rivendicazioni intellettuali e fantasie artistiche, nonché posizioni politiche opposte.
Ziad Abillama / Shirin Abu Shaqra / Etel Adnan / Tamara Al-Samerraei / Mounira Al Solh / Haig Aivazian / Ziad Antar / Caline Aoun / Marwa Arsanios / Tarek Atoui / Vartan Avakian / Eric Baudelaire / Tony Chakar / Ali Cherri / Roy Dib / Maroun El-Daccache / Fouad Elkoury / Sirine Fattouh / Laure Ghorayeb / Ahmad Ghossein / Mona Hatoum / Joana Hadjithomas & Khalil Joreige / Hatem Imam / Lamia Joreige / Mazen Kerbaj / Bernard Khoury / Walid Raad / Marwan Rechmaoui / Graziella Rizkallah Toufic / Stéphanie Saadé / Rania Stephan / Jalal Toufic / Paola Yacoub / Akram Zaatari / Cynthia Zaven.
Al Maslakh / Annihaya (Mazen Kerbaj, Hatem Imam, Sharif Sehnaoui, Studio Safar) / Arab Center for Architecture / Foundation for Arab Music Archiving & Research
un ringraziamento speciale a Philippe e Zaza Jabre
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